La filariosi è una malattia endemica nel nostro paese, ma è diffusa in tutto il mondo con diverse sintomatologie. Si tratta di un’infezione di origine parassitaria che deriva da un verme chiamato filaria, per la sua forma allungata, e che si trasmette con una semplice puntura di zanzara.
Al momento, la ricerca ha contribuito a trovare farmaci efficaci per le terapie, se somministrati tempestivamente, ma non esiste un vaccino: la prevenzione è fondamentale per la salute del tuo cane.
Cos’è la filariosi nel cane
Filariosi è quindi il termine usato per descrivere un’infezione causata dal verme filaria, presente in diverse varianti. Nel nostro territorio le specie più comuni sono tre: la dirofilaria immitis, la dipetalonema e la repens.
La filariosi canina si manifesta in due forme principali:
Filariosi cardiopolmonare: questa forma più grave è causata dalla dirofilaria immitis e dalla dipetalonema. Le larve, trasmesse da una zanzara infetta, devono passare attraverso vari stadi di maturazione e migrare attraverso i vasi sanguigni, per raggiungere il ventricolo destro del cuore e l’arteria polmonare. Questo processo può richiedere fino a sei mesi, con i sintomi che si manifestano quando le larve diventano adulte.
Filariosi sottocutanea: causata dalla dirofilaria repens, questa forma è meno comune e generalmente meno grave. Può causare eczemi, noduli e ulcerazioni, che spesso passano inosservati e tendono ad avere un decorso più rapido.
Esiste anche un terzo tipo, la filariosi linfatica, diffusa nei climi subtropicali. Questa varietà, che è principalmente una preoccupazione per gli esseri umani, può portare a invalidità permanente. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha implementato un programma di prevenzione che include la somministrazione annuale di trattamenti antiparassitari per contrastarla.
Come si contrae la filariosi nel cane: può essere contagiosa per l’uomo?
Il parassita della filaria compie parte della sua evoluzione all’interno di un ospite intermedio, ovvero la zanzara, per poi insinuarsi in quello definitivo, il cane appunto. Quest’ultimo non può poi infettare l’uomo, in quanto l’infezione può avvenire esclusivamente tramite la puntura di un insetto ematofago (che si nutre di sangue). Anche in questo caso però, la filaria non ama particolarmente l’ambiente degli umani, prediligendo i canidi, ma anche i felidi, come gatti e furetti.
Il cane può contrarre la malattia da diversi tipi di zanzare: più di 70 specie della famiglia dei Culicidi sono considerati vettori della filaria, ma principalmente i generi culex, tra cui vi è la celebre zanzara tigre, diffusa principalmente al centro-nord, nelle zone pianeggianti e umide, anche se ultimamente il cambiamento climatico ha fatto sì che questa si sia adattata a tutto il territorio nazionale.
La vita delle larve di filaria subisce le prime mutazioni nel vettore, la zanzara appunto, passando da L1 a L3, mentre dalla fase L4 alla forma adulta definitiva, nell’ospite finale, cioè il cane o il gatto. Da quel momento la filaria inizierà a produrre solo soggetti adulti, una volta che ha trovato la sua sede nel cuore e nei polmoni.
Quali sono i sintomi della filariosi nel cane e come viene diagnosticata
La filariosi cardiopolmonare è la forma più dannosa di questa malattia. I sintomi iniziali spesso includono una tosse intermittente e una ridotta tolleranza allo sforzo fisico, che possono evolvere in episodi di svenimento.
Con il progredire della malattia, possono manifestarsi gravi problemi respiratori, come polmoniti, insufficienza cardiaca, perdita di peso e, nei casi più gravi, può portare anche alla morte dell’animale.
Per diagnosticare la filariosi, si ricorre a test ematici che possono seguire due approcci. Il primo è un metodo diagnostico diretto che ricerca la presenza fisica delle microfilarie nel sangue. Il secondo, un approccio indiretto, rileva la presenza di anticorpi specifici contro la filaria, particolarmente utile nei casi in cui l’infezione è occulta e non si trovano microfilarie nel sangue.
In presenza di un risultato positivo, esami di imaging come radiografie ed ecocardiografie possono essere impiegati per identificare le filarie adulte all’interno del corpo del cane.
Questa condizione richiede un’attenta osservazione dei sintomi e un tempestivo intervento diagnostico per evitare complicazioni gravi e salvaguardare la salute dell’animale.
Come prevenire la filariosi nel cane
Le cure ci sono, ma sono lunghe, costose e a volte invasive: per questo è sempre meglio prevenire con una profilassi sotto consiglio del veterinario. Esistono le pastiglie per la filaria dei cani, che possono essere assunte una volta al mese, e il loro compito è quello di annientare la presenza delle microfilarie eventualmente introdotte negli ultimi trenta giorni. Questa terapia solitamente si effettua nei mesi più a rischio che vanno da aprile a novembre.
Un altro metodo consiste nell’impiego di farmaci ad uso topico, da applicare sul pelo, che riducono la possibilità di punture di zanzare. In alternativa si può optare per un farmaco che viene iniettato ed è a lento rilascio: la stagione sarà così interamente coperta.
Prima di effettuare qualsiasi profilassi preventiva, bisognerà effettuare un test che dovrà essere necessariamente negativo: consulta il tuo veterinario e troverai la prevenzione migliore per il tuo cane.
Come curare la filariosi nel cane
Come abbiamo accennato, le terapie esistono e vanno somministrate per tempo. Nei casi più gravi, si può intervenire con un piccolo intervento chirurgico per eliminare direttamente le filarie adulte, oppure con una terapia macrofilaricida.
Quest’ultima è tuttavia non priva di rischi, poiché agisce a livello cardiaco ed uno degli effetti collaterali è il tromboembolismo, che può causare anche il decesso dell’animale. Inoltre, la sua efficacia non è assicurata: ecco perché la prevenzione è sempre la soluzione migliore e, in caso di malattia, è auspicabile intervenire tempestivamente.
Se presa in tempo, la terapia più efficace e meno invasiva è quella microfilaricida, impiegata sia per la filariosi cardiopolmonare sia per quella sottocutanea. Vengono somministrati farmaci specifici come l’ivermectina, la selamicina e altre tipologie che possono essere usate in alternativa, in caso di allergia. In generale si tratta comunque di farmaci ben tollerati dai cani e promettono di essere efficaci e risolutivi.
Esiste un vaccino per la filariosi nel cane?
Purtroppo la risposta è no: non esiste ancora un vaccino per la filariosi nel cane. Naturalmente la ricerca prosegue e i farmaci attualmente in commercio per la cura sono efficaci e sicuri, ma, come detto e ripetuto, la prevenzione è sempre la miglior terapia.
Le pastiglie che inibiscono la formazione delle filarie adulte possono essere somministrare già a partire dalle 7/8 settimane di età, affinché il cucciolo sia schermato fin da subito contro questa malattia così pericolosa per i nostri amici cani: in assenza di vaccino, è comunque una soluzione pratica e indolore che garantisce un’elevata protezione.
Se hai dei dubbi circa la corretta profilassi, il veterinario te la proporrà al momento giusto, insieme agli altri vaccini e alle terapie previste di prassi.In caso di effetti collaterali come, per esempio, il vomito, c’è la possibilità di somministrare farmaci alternativi: il tuo veterinario saprà certamente trovare la giusta via.