Quando il nostro amato gatto manifesta sintomi tipici delle allergie alimentari, significa che è in corso una preponderante azione delle difese immunitarie a sostanze che possono essere anche innocue, ma che è fondamentale individuale quanto prima per intervenire subito ed evitare peggioramenti.
Scopriamo insieme come affrontare le allergie alimentari del gatto, quali sono i sintomi più comuni, come diagnosticarle rapidamente e come intervenire.
Come affrontare le allergie alimentari del gatto
Le allergie alimentari del gatto fortunatamente non sono un problema particolarmente frequente, tanto è vero che la malattia cutanea vera e propria interessa solamente il 3-6% degli esemplari, mentre il prurito riguarda il 20% di loro.
Non sembrano esserci età o genere particolarmente predisposti rispetto ad altri, sebbene si evince che ci sia un’incidenza maggiore intorno ai 4 anni d’età dell’animale. Le razze più soggette ad allergie alimentari sono il Siamese e il Birmano.
La bassa incidenza non significa però che queste allergie non possano manifestarsi in modi davvero insidiosi: le prime avvisaglie arrivano quando il gatto prende a grattarsi più spesso del solito, soffre di diarrea o stipsi, oppure è inappetente e vomita.
A causare il disturbo è una specifica proteina protettiva contenuta negli alimenti per felini e che ne infiamma l’organismo.
Differenza tra allergie e intolleranze
L’allergia è ben diversa da una normale intolleranza alimentare, quest’ultima di norma meno incisiva e pericolosa: quando l’animale entra nuovamente in contatto con l’allergene, infatti, forma un complesso tra questo e l’anticorpo, sviluppando i sintomi allergici.
Nel caso del gatto, a scatenare l’allergia alimentare sono solitamente delle proteine o dei carboidrati che improvvisamente non tollera (ed è importante infatti ricordare che determinati alimenti sono proibiti perché spesso responsabili di allergie alimentari del gatto). Una cosa è certa però: il problema va saputo riconoscere tempestivamente, in modo da intervenire quanto prima ed evitare che la situazione si aggravi ed il gatto stia veramente male.
In parole semplici, le allergie sono riconducibili ad un’eccessiva reazione delle difese immunitarie, mentre le intolleranze non coinvolgono il sistema immunitario, bensì è l’organismo che non assimila le specifiche sostanze di un alimento.
Il 70% della popolazione mondiale umana, ad esempio, non tollera il lattosio presente nel latte perché il suo organismo non è dotato degli enzimi necessari per metabolizzare gli zuccheri in esso contenuti; stessa cosa dicasi per il gatto, che manifesta diarrea, vomito, gonfiore, perdita di peso e inappetenza.
Quali sono i sintomi delle allergie alimentari del gatto
Quando un gatto soffre di allergie alimentari, solitamente i sintomi tipici sono vomito, diarrea, flatulenza, perdita di appetito, prurito, perdita di pelo o pelle arrossata; è importante sapere che non è detto che compaiano tutti e magari nello stesso momento.
È bene sottolineare, inoltre, che alcuni di questi sono anche i sintomi tipici di patologie come infestazione da tenia, gengivite, o peggio, FELV E FIV+, ovvero la famosa AIDS felina, non contagiosa per l’uomo. Sarà quindi il veterinario a stabilire la reale causa dei sintomi attraverso appositi esami e test.
Quali sono i principali alimenti causa di allergia
In realtà sembra che ogni gatto manifesti un’allergia alimentare differente, perché sebbene il disturbo derivi da proteine e carboidrati presenti negli alimenti, è ancora impossibile capire quali siano queste specifiche sostanze.
In pratica, ogni ingrediente presente in un alimento potrebbe essere la potenziale causa dell’allergia del nostro gatto, ciò vuol dire, ad esempio, che non possiamo eliminare il pollo per escludere ulteriori disturbi: il pollo è un alimento molto diffuso nei cibi dei gatti, ecco perché ha maggiore probabilità di scatenare allergie che spesso si manifestano a causa di ingredienti che già fanno parte della loro alimentazione.
Per testare una dieta che sia privativa e vedere cosa succede, possiamo affermare però che i cibi maggiormente indicati come allergizzanti per il gatto sono proprio il pollo, il manzo, il pesce, il latte e i suoi derivati.
È bene sapere che ogni ingrediente che viene a contatto con le cellule del sistema immunitario del felino potrebbe stimolarne le difese: sostanze come additivi alimentari o esaltatori di sapidità e coloranti artificiali che vengono inseriti nelle pappe potrebbero incrementare il pericolo di sviluppare allergie.
Come diagnosticare possibili allergie alimentari del gatto
Da quanto detto finora si evince che le allergie alimentari del gatto non sono facili da diagnosticare, perché i sintomi sono comuni ad altre malattie e talvolta non sono rilevabili neppure tramite i classici e comuni prelievi di sangue.
Per diagnosticare il disturbo con sicurezza occorre rivolgersi al veterinario che eseguirà degli accertamenti volti a escludere potenziali cause, ad esempio, se il micio si gratta spesso sarà opportuno comprenderne il motivo, perché durante la primavera questo sintomo aumenta a causa del polline.
Il solo metodo per diagnosticare al 100% se si tratta di un’allergia alimentare del gatto, in realtà è effettuare una dieta privativa, ovvero una sorta di test che consiste nell’eliminare gli alimenti assunti negli ultimi 3 mesi dal feline e verificare se i sintomi continuano a persistere o meno.
Attraverso l’esclusione di specifici alimenti, il veterinario cercherà di comprendere quale ragione causa il problema: durante la prima settimana il felino si alimenterà solamente con una fonte di proteine e carboidrati che non avrà mai mangiata fino ad allora e nel fargli seguire questo regime occorrerà essere rigidi e meticolosi al fine dell’individuazione della sostanza sospetta.
Forse servirà un po’ di tempo per giungere a una diagnosi definitiva, ma se il sintomo scompare nell’arco di qualche settimana, probabilmente l’allergia sarà provocata proprio dall’alimento escluso.
Come si curano le allergie alimentari del gatto
Una volta individuata la causa dell’allergia alimentare del gatto, per prima cosa è bene procedere riorganizzando a dovere tutta la sua alimentazione, in modo che i sintomi si allevino fino a scomparire del tutto e non si ripresentino mai più.
Per farlo dovremmo scegliere un alimento dietetico adatto per rimettere a posto l’organismo dell’animale: anche in questo caso è opportuno farci consigliare dal veterinario per comprendere quale sia l’alimentazione sia più adatta per lui.
Molto utili sono anche gli alimenti che aiutano a prevenire eventuali allergie o intolleranze, come per esempio le Crocchette Royal Canin Veterinary Diet Sensitivity Control, che vantano un numero limitato di fonti proteiche e sono utili anche per rinforzare l’effetto barriera della cute.
Se davvero desideriamo garantire al felino il giusto apporto di nutrienti giornalieri e il suo benessere, dobbiamo affidarci a un’alimentazione che sia sana e corretta. Sul mercato è possibile reperire numerosi alimenti ad hoc, sia umidi che secchi, e anche ipoallergenici, che rispondono perfettamente al fabbisogno giornaliero dell’animale.
Puntiamo quindi su cibi preparati con ingredienti altamente digeribili, in grado di ridurre lo sforzo dell’apparato digerente, che possiedono una sola proteina animale e siano ricchi di acidi grassi Omega-3 e Omega-6, utili per rafforzare sia la pelle che il pelo del nostro amato gatto.
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